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  • : Urban Pvs esperienze urbane in paesi in via di sviluppo Come sono le città nei Paesi del Terzo Mondo? Come sono organizzate? Quali sono le problematiche? Come vengono affrontate? Questo blog vuole essere uno spazio dedicato a quanti si occupano e si interessano dei problemi urbani e sociali nei paesi in via di sviluppo.
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Come sono le città nei Paesi del Terzo Mondo? Come sono organizzate?

Quali sono le problematiche? Come vengono affrontate?
Questo blog vuole essere uno spazio dedicato a quanti si occupano e si interessano dei problemi urbani e sociali nei paesi in via di sviluppo.


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6 dicembre 2011 2 06 /12 /dicembre /2011 23:11

Le città africane non sono come le città occidentali. E probabilmente potremmo estendere il discorso alle città asiatiche. Ma, soffermandoci sul primo periodo, voglio sottolineare questo concetto che pur sembrando una banalità, credo sia uno degli equivoci che hanno creato i principali problemi urbani nelle attuali medie e grandi città dei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Spesso e volentieri si è cercato di esportare il modello occidentale di sviluppo ritenendolo il migliore, se non l’unico, modello possibile per raggiungere il benessere, senza interrogarsi sulle peculiarità dei luoghi nei quali si interveniva, senza conoscere la loro storia, le popolazioni che vi abitavano, le loro usanze, ecc. All’ombra della bandiera degli “aiuti umanitari” e della “cooperazione allo sviluppo” sono stati esportati modelli inadeguati. Un chiaro esempio, se si guarda all’urbanistica, è rappresentato dal fatto che lo strumento più comunemente utilizzato nei PVS è il "master plan", secondo la tradizione britannica, che purtroppo si è rivelato inadeguato per via della mancanza di flessibilità, necessaria per contemplare le differenti strategie di una tipica città africana per trovare e inventare mezzi di sussistenza. Infatti i tradizionali piani urbanistici tipicamente criminalizzano l'economia informale dove, per esempio, i venditori ambulanti, in nome della “pianificazione urbana” vengono cacciati e multati dalla polizia. Ci sono alcune scuole di pensiero che propongono di formare i nuovi planner anche sulle tematiche dell’informalità, al pari dei corsi sull’Economia Urbana, in modo che gli stessi siano “attrezzati” ad affrontare la questione degli scambi informali, per proporre soluzioni in quanto non è pensabile di poter annullare o impedire processi così radicalizzati in un territorio.

Inoltre in Africa la rapida urbanizzazione non implica automaticamente quella creazione di lavoro necessaria per garantire la sopravvivenza, e l'intervento pubblico non tiene il passo con la domanda di servizi  e di terreni. Probabilmente queste sono alcune delle ragioni per le quali i piani vengono fatti nelle principali città, generalmente cavalcando l’onda di un progetto internazionale di cooperazione, con tempi lunghissimi, e poi spesso e volentieri non vengono attuati.

 

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